Sostenibilità dell’indebitamento: come misurarla ? Essa dovrebbe essere verificata (anche) tramite i seguenti due indici, auspicabilmente oggetto di monitoraggio costante pure nelle piccole e medie imprese:
\frac{oneri\ finanziari}{margine\ operativo\ lordo}e
\frac{POSIZIONE\ FINANZIARIA\ NETTA}{ebitda}Tali indici ci informano in sostanza circa la sostenibilità dell’indebitamento acceso dall’impresa.
In questo articolo esaminiamo assai sinteticamente il primo, che ci evidenzia quanto il costo degli affidamenti bancari impatta sulla nostra redditività operativa (per il secondo si veda qui).
Il numeratore del rapporto
Innanzitutto: al numeratore, gli oneri finanziari non sono costituiti dai soli interessi a debito (al netto degli interessi creditori), ma pure da tutti gli oneri dipendenti dagli affidamenti (commissioni disponibilità fondi, commissioni istruttoria veloce, ecc.). Si badi che tali ultimi costi si ritrovano inclusi nella voce b7 del conto economico (“costi per servizi”).
Il denominatore del rapporto
In secondo luogo, al denominatore si ha il margine operativo lordo (m.o.l.), che si ricava agevolmente dalla seguente somma:
risultato di esercizio (utile / perdita)
+ imposte d’esercizio
+/- risultato gestione finanziaria (Δ interessi debitori – interessi creditori)
+ ammortamenti e accantonamenti
= margine operativo lordo
Normalizzazione del margine operativo lordo
Poi, per avere un risultato più rappresentativo, il m.o.l. andrebbe normalizzato, cioè depurato dalle componenti positive (ricavi) e negative (costi) non ricorrenti per importi e/o frequenza di accadimento.
Soglie di allarme e settori di attività
In conclusione, la soglia considerata di rischio elevato è > 16% (vale a dire gli oneri finanziari “pesano” più del 16% del m.o.l.), mentre tra il 9% e il 16% si ha una situazione comunque critica.
Ad ogni modo tale rapporto dipende fortemente dal settore in cui opera l’impresa[1]:
settore | oneri finanziari / m.o.l. (%) |
aziende agricole | 17,2 |
largo consumo | 9,7 |
sistema moda | 8,7 |
sistema casa | 12,3 |
mezzi di trasporto | 24,8 |
chimica e farmaceutica | 6,2 |
metallurgia | 9,4 |
elettromeccanica | 8,7 |
hi-tech | 7,5 |
prodotti intermedi | 10,0 |
informazione e comunicazione | 18,6 |
energia e utility | 15,4 |
costruzioni | 23,7 |
distribuzione | 14,1 |
logistica e trasporti | 13,2 |
servizi | 10,3 |
totale nazionale | 13,5 |
[1] Dati tratti da Cerved, “Industry forecast 2017-2020 – Previsioni economico – finanziarie e rischio su oltre 200 settori e i risultati dello stress test EBA sull’economia italiana – luglio 2018”; si badi che i risultati si riferiscono ad un periodo anteriore all’inizio dell’emergenza pandemica, ma si ritiene che abbiano comunque un rilevante contenuto segnaletico.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]