Regolamento europeo sui ritardi nei pagamenti B2B

Regolamento europeo sui ritardi nei pagamenti B2B

Regolamento europeo sui ritardi nei pagamenti B2B 150 150 Giovanni Pianca

La direttiva attualmente in vigore

La direttiva 2011/17 sul contrasto ai ritardi nei pagamenti è stata adottata oltre un decennio fa. L’obiettivo della stessa è l’accelerazione dei pagamenti delle fatture nelle transazioni tra imprese, e quindi la protezione in particolare delle piccole e medie imprese (PMI) da situazioni in cui attendere troppo a lungo per il pagamento di una fattura potrebbe avere un impatto negativo sul loro flusso di cassa.

Il ritardo nell’incasso dei crediti commerciali costituisce ancora oggi, in tutta l’U.E., uno dei principali motivi di fallimento delle PMI.

In base alle norme attualmente in vigore, le imprese devono pagare le fatture entro un massimo di 60 giorni. Viene fatto salvo quanto diversamente concordato espressamente nel contratto, a condizione che i termini non siano gravemente iniqui per il creditore.

La Pubblica Amministrazione deve pagare i beni acquistati e i servizi ricevuti 30 giorni, con alcune eccezioni in particolare per il settore sanitario, per il quale può essere applicata una scadenza di 60 giorni.

I creditori che hanno adempiuto ai propri obblighi legali e contrattuali e che non sono stati pagati entro i termini specificati hanno diritto agli interessi di mora e al risarcimento per il ritardo di pagamento. La direttiva specifica che gli interessi sui ritardi di pagamento devono essere almeno di 8 punti percentuali superiori al tasso di riferimento della Banca centrale europea (BCE).

I lavori della Commissione europea

Nell’ottobre 2022, la Commissione europea aveva incluso nel suo programma di lavoro per il 2023 una proposta legislativa per la revisione della direttiva sui ritardi di pagamento.

Il 12 settembre 2023, nel contesto di una serie di iniziative per rispondere alle esigenze delle PMI europee (pacchetto di aiuti alle PMI), la Commissione europea ha pubblicato la proposta annunciata. Le nuove norme abrogherebbero la direttiva del 2011 sui ritardi di pagamento e la sostituirebbero con un regolamento.

Il regolamento, a differenza delle direttive che devono essere recepite con apposite legge nei singoli ordinamenti degli Stati membri, produce effetti giuridici immediati e vincolanti per tutti i soggetti operanti nella U.E., sia pubblici che privati.

Cosa prevede la bozza di regolamento sui ritardi nei pagamenti

La bozza del testo della Commissione stabilisce un termine di pagamento massimo più rigoroso di 30 giorni. Ciò sia nelle transazioni business-to-business (B2B) che in quelle “government-to-business” (G2B) (in cui la pubblica amministrazione è il debitore). L’obiettivo è quindi quello di standardizzare i pagamenti puntuali tra imprese e autorità pubbliche.

E’ prevista la possibilità di una maggiore flessibilità previa negoziazione di termini di pagamento fino a 60 giorni di calendario nelle transazioni B2B, purché ciò sia espressamente concordato nel contratto.

Riconoscendo che i modelli e le pratiche aziendali specifici nel settore della vendita al dettaglio spesso richiedono periodi di pagamento più lunghi a causa di fattori come il basso turnover dei prodotti, la stagionalità o cicli unici per gli articoli (ad esempio giocattoli, gioielli, attrezzature sportive o libri), sono consentiti in questi casi termini di pagamento fino a 120 giorni.

Per mantenere la coerenza nelle pratiche di pagamento nel mercato unico, la Commissione dovrebbe emanare linee guida sull’applicazione di queste norme alle categorie di prodotti specificate.

Al fine di proteggere le aziende, in particolare le PMI, dai cattivi pagatori e garantire la tempestiva ricezione dei pagamenti per evitare interruzioni del flusso di cassa, il testo adottato prevede un pagamento automatico degli interessi di mora maturati; inoltre il debitore dovrà rifondere tra 50 e 150 euro per ogni transazione (a seconda del valore) a titolo di compensazione dei costi di recupero sostenuti dal creditore.

Secondo la bozza di regolamento gli Stati membri saranno tenuti a nominare autorità nazionali con il compito di applicare il regolamento e con poteri di indagine e sanzionatori.

A che punto è l’iter di approvazione

La proposta della Commissione di regolamento sui ritardi nei pagamenti è tuttavia bloccata ormai da mesi sui tavoli di lavoro del Consiglio dei ministri dell’Unione.

L’iter legislativo, iniziato lo scorso settembre con la presentazione del testo proposto dalla Commissione. Esso aveva raggiunto una tappa fondamentale ad aprile 2024, quando il Parlamento europeo si era espresso favorevolmente con larga maggioranza.

Nel frattempo, invece, le discussioni tra gli Stati membri al Consiglio dell’Unione europea non hanno ancora condotto ad alcun risultato.







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